Il testo e l’immagine che seguono integrano e arricchiscono anche con notizie curiose la scheda che correda l’opera dallo stesso titolo esposta alla mostra “Dante in arte. Interpretazioni dantesche contemporanee: viaggio grafico nell’oltretomba” (Centro Trevi - TREVILAB, Bolzano, 30.09-28.10.2021). L'approfondimento è fruibile dalla mostra attraverso il codice QR.
Opera in cui i corpi si definiscono nell’atto assoluto di Amore, mentre il contorno rimane sfocato dalle anime in pena, che si confondono nell’ombra della oscurità. Nel lavoro, solo la cucitura rossa potrebbe rimandare alle fiamme infernali, tuttavia proprio nella trama del filo rosso scorre il rubedo tra la geometria sconnessa della composizione in patchwork della carta cui evoca le anime circostanti, ma anche una luce sulla purezza dell’amore. Non a caso la terzina 24 del V Canto dell’ Inferno, accondiscende al Viaggio di Dante voluto da Dio, cui è possibile tutto ciò che vuole. Dunque una opera in cui l’alchimia che costituisce l’opus magnum dantesca si esprime attraverso l’evocazione del Viaggio, attraverso le cuciture, la purificazione, espressa su più toni di bianco, il rosso, quale compimento finale dopo le trasmutazioni: nel caso specifico dei due corpi rappresentati e rappresentanti lo stato del nigredo.
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