Pensieri di una curatrice

Quasi subito, quando ho cominciato ad occuparmi della mostra “ Dante in arte” che raccoglie 49 opere di diversi autori contemporanei ciascuno dei quali ha dichiarato di essersi ispirato a particolari versi della Divina Commedia, indicando insieme alle terzine dantesche la cantica e i canti cui si era ispirato, mi sono posta il problema di come presentare questi versi, importanti e che forse sono ancora nella memoria di tanti che li hanno incontrati nel corso dei loro studi, pregni di significato ma che, avulsi dal contesto, correvano il rischio di perderne parte.

Mi sono chiesta lungamente come evitare questo rischio e come avvicinare le persone indipendentemente dalla formazione culturale alla comprensione delle parole poetiche di Dante rendendole accessibili così da far vedere il grande poeta con gli occhi della semplicità e della chiarezza avvicinandolo in modo da far cogliere la sua umanità e ricchezza espressiva a noi lettori della sua opera.

La risposta l’ho trovata nella contestualizzazione dei versi indicati dagli autori delle opere, nel presentare nei diversi casi chi era al centro del discorso, di chi e di che cosa si parlava, nel presentare le situazioni, le circostanze, le emozioni e le sensazioni descritte da Dante e nel farlo in maniera semplice anche se nel rigoroso rispetto del testo originale.

Non è stata una scelta facile e l’ho fatta in solitudine e con la consapevolezza di rischiare, cosa gravissima, di banalizzare testi che sono eterni nella poesia di Dante ma con la speranza di spezzare barriere inconsce tra chi crede di non poter capirne la bellezza e la grandezza che possono però giungere ed arricchire ognuno di noi.

Questo mi è sembrato il modo migliore di celebrare Dante nel 700° anno della sua morte.


                                  Paola Mazzini

                                  Società Dante Alighieri - Comitato di Bolzano