CalendaDante … MAGGIO
1 Maggio
Il primo giorno di maggio, a Firenze era tradizione festeggiare la primavera. Giovanni Boccaccio nel Trattatello in laude di Dante raccontava: «nel tempo nel quale la dolcezza del cielo riveste de’ suoi ornamenti la terra, e tutta per la varietà de’ fiori mescolati fra le verdi frondi la fa ridente, era usanza della nostra città, e degli uomini e delle donne, nelle loro contrade ciascuno in distinte compagnie festeggiare».
«Nove fiate già appresso lo mio nascimento era tornato lo cielo de la luce quasi a uno medesimo punto, quanto a la sua propria girazione, quando a li miei occhi apparve prima la gloriosa donna de la mia mente, la quale fu chiamata da molti Beatrice li quali non sapeano che si chiamare»
(Vita nuova, II). Dante Alighieri, nel maggio 1274, vede per la prima volta Beatrice.
5 Maggio
Il 05 maggio 1821 morì Napoleone Bonaparte:
«Ei fu».
In un recente saggio, il professore emerito Luciano Canfora ha richiamato l’attenzione su «l’assonanza […] di ritmo narrativo, tra la sintesi delle fulminanti campagne di Cesare raccontata da Giustiniano nel VI del Paradiso (vv. 58-66) e la sintesi dell’altrettanto fulminante carriera guerresca di Napoleone da un capo all’altro dell’Europa nei vv. 25-30 del Cinque maggio» (L. Canfora, Gli occhi di Cesare. La biblioteca latina di Dante, Salerno, 2015).
Di Cesare, Giustiniano dice:
«fu di tal volo / che nol seguiteria lingua né penna» (Paradiso, VI, 62-63)
Di Napoleone, Manzoni dice:
«di quel securo il fulmine tenea dietro al baleno» (Cinque Maggio, vv. 27-28).
7 Maggio
Il 7 maggio 1300
il poeta Dante Alighieri si recò come ambasciatore presso il Comune di San Gimignano, per sollecitare l’invio di sindaci al parlamento di tutti i Comuni della Lega guelfa, convocato per eleggere il capitano generale.
L’ambasceria è fra le poche documentate nel Liber Reformationum conservato presso l’Archivio di Stato.
8 Maggio
L’8 maggio si festeggia la festa della mamma.
Della mamma di Dante, forma sincopata di Durante, non abbiamo notizia (Marco Santagata). Morì quando Dante aveva cinque o sei anni.
Dante nelle sue opere non cita mai esplicitamente la mamma. Ci sono però alcuni versi della Commedia in cui il Sommo Poeta fa riferimento alla figura materna e al rapporto affettivo che c’è tra madre e figlio.
Tra i vari versi vi proponiamo:
«benedetta colei che in te s’incinse!»
(Inferno VIII, v. 45).
10 Maggio
Il 10 maggio 1297 fu firmato il Manifesto di Lunghezza: un documento con cui gli avversari di papa Bonifacio VIII, capeggiati dai cardinali Jacopo e Pietro Colonna, appoggiati da Jacopone da Todi e da alcuni «spirituali» francescani, dichiaravano illegittima la sua elezione, così come l’abdicazione di papa Celestino V, suo predecessore.
Di seguito un passo dal Paradiso Canto XXVII, vv. 10-27, la cosiddetta «invettiva di san Pietro»
Dinanzi a li occhi miei le quattro face stavano accese, e quella che pria venne incominciò a farsi più vivace,e tal ne la sembianza sua divenne, qual diverrebbe Iove, s’elli e Marte fossero augelli e cambiassersi penne. La provedenza, che quivi comparte vice e officio, nel beato coro silenzio posto avea da ogne parte,quand’io udi’: «Se io mi trascoloro, non ti maravigliar, ché, dicend’io, vedrai trascolorar tutti costoro. Quelli ch’usurpa in terra il luogo mio, il luogo mio, il luogo mio, che vaca ne la presenza del Figliuol di Dio, fatt’ha del cimitero mio cloaca del sangue e de la puzza; onde ’l perverso che cadde di qua sù, là giù si placa»
11 Maggio
L’11 maggio 330
la città-capitale Bisanzio venne ribattezzata Costantinopoli.
Giustiniano, nel VI Canto del Paradiso (1-6), rispondendo alla prima domanda di Dante, spiega che:
«Poscia che Costantin l’aquila volse
contr’al corso del ciel, ch’ella seguio
dietro a l’antico che Lavina tolse,
cento e cent’anni e più l’uccel di Dio
ne lo stremo d’Europa si ritenne,
vicino a’ monti de’ quai prima uscìo […]
A sinistra Giustiniano,
mosaico, VI sec.,
Basilica di San Vitale, Ravenna.
13 Maggio
Nella città di Arezzo il 13 maggio 1304
venne rogato un documento che registrava che Francesco, fratellastro di Dante, prese in prestito 12 fiorini dallo speziale Foglione di Giobbo: probabilmente il destinatario della somma è appunto Dante.
Le condizioni economiche del Sommo Poeta sono infatti difficili.
Fonte: M. Santagata, 20 finestre sulla vita di Dante, Mondadori, 2012.
A lato: Sandro Botticelli, Dante, 1495 ca, Genève, coll. priv.
14 Maggio – 13 Giugno
Il filologo, critico letterario e professore di Letteratura italiana dapprima a Messina (dal 1955) e poi a Roma (dal 1961), redattore capo dell’Enciclopedia dantesca Giorgio Petrocchi scrisse: «Da un complesso e minuzioso esame delle testimonianze interne ed esterne, possiamo affermare con quasi assoluta certezza che Dante nacque in Firenze in un giorno tra il 14 maggio e il 13 giugno dell’anno 1265, nella casa degli Alighieri nel popolo di S. Martino del Vescovo, di fronte alla Torre della Castagna, casa che era stata di Geri Del Bello, più tardi di Alighiero […].
O gloriose stelle, o lume pregno
di gran virtù, dal quale io riconosco
tutto, qual che si sia, il mio ingegno,
con voi nasceva e s’ascondeva vosco
quelli ch’è padre d’ogne mortal vita,
quand’io senti’ di prima l’aere tosco
(Paradiso XXII, 112-118).
18 Maggio
L’Epistola X del sommo poeta Dante Alighieri è esplicitamente datata 18 maggio e risulta scritta nel castello di Poppi: «Missum de Castro Poppii xv Kalendas Iunias, faustissimi cursus Henrici Cesaris ad Ytaliam anno primo» (trad. it «Inviata dal castello di Poppi, il 18 maggio, nel primo anno della faustissima venuta in Italia di Enrico Cesare»).
Le Epistole VIII, IX, X – scrisse il professore Marco Santagata – che sarebbero in realtà̀ tre versioni della medesima lettera, sono brevi biglietti composti in nome della contessa Gherardesca di Battifolle (figlia del conte Ugolino della Gherardesca e moglie di Guido, del ramo dei Guidi di Battifolle) e diretti alla consorte dell’imperatore, Margherita di Brabante.
A sinistra il busto di Dante davanti al castello di Poppi.
19 Maggio
Il 19 maggio 1315, il comune di Firenze, minacciato dall’azione militare di Uguccione della Faggiola (poi vincitore della battaglia di Montecatini il 29 agosto), concesse un’amnistia a tutti gli esuli politici previo pagamento di una somma di denaro e la richiesta di perdono a S. Giovanni. Dante Alighieri, informato della cosa, scrisse a un innominato amico (probabilmente Bernardo Riccomanni, figlio della sorella Tana e frate francescano nel convento di S. Croce) l’Epistola XII (a lato si offrono due significati passi dell’Ep.) per motivare il suo rifiuto di rientrare in Firenze a condizioni ritenute umilianti.
Il 19 maggio 1296 morì papa Celestino V (nato Pietro Angelerio (o Angeleri), detto Pietro da Morrone e venerato come Pietro Celestino è stato il 192-esimo Papa della Chiesa cattolica dal 29 agosto al 13 dicembre 1294.
Dante lo pone con ogni probabilità tra gli ignavi del Vestibolo dell’Inferno come colui / che fece per viltade il gran rifiuto
(Inferno, IIII, 59-60).
21 Maggio
Il 21 maggio 1973 morì a Roma lo scrittore Carlo Emilio Gadda. Ingegnere di professione, Gadda fu un intellettuale atipico.
«Qual è ‘ l geometra che tutto s’ affige
per misurar lo cerchio, e non ritrova,
pensando, quel principio ond’ elli indige,
tal era io a quella vista nova»
(Paradiso XXXIII, 133-136).
La Letteratura italiana è anche attraversata e tessuta dal «linguaggio matematico» e dalle «metafore algebriche» (Francesco Petrarca, Leon Battista Alberti, Leonardo da Vinci, Galileo Galilei, Giovanni Pascoli, Luigi Pirandello, Elio Vittorini, Carlo Emilio Gadda e Leonardo Sinisgalli et alii). Dalla Commedia alle Lezioni americane il linguaggio matematico «misura» e feconda la poesia e la prosa della nostra produzione letteraria.
A lato: Raffaello, Euclide nelle sembianze di Donato Bramante ritratto nella «Scuola d’Atene» (Vaticano, Stanza della Segnatura, 1508-1511)
22 Maggio
Il 22 maggio 1873 muore a Milano Alessandro Manzoni.
La Commedia e I Promessi Sposi affermano e testimoniano quanto caduca e fragile sia la natura umana se non ricerca dentro e fuori di sé gli strumenti che le permettono di trovare (e/o ri-trovare) la via del rinnovamento interiore.
Manzoni riconosce il ruolo storico della ragione, ma è consapevole che la Storia (l’Historia) non sia solo opera umana e che in essa si realizzi la forza di una volontà trascendente, così come Dante si affida alla forza della ragione e alla luce della fede per compiere il viaggio (il «cammin») della conoscenza come salvezza.
O insensata cura de’ mortali,
quanto son difettivi sillogismi
quei che ti fanno in basso batter l’ali!
Paradiso XI 1-3
23 Maggio
Il 23 maggio 1300
il cardinale Matteo d’Acquasparta venne nominato legato papale per la Toscana; al suo arrivo a Firenze, nei primi di giugno, cercò invano di modificare il sistema elettorale per il priorato con l’intento di giovare ai Neri.
L’elezione si svolse il 13 giugno.
Fonte di questa notizia: M. Santagata,
20 finestre sulla vita di Dante, Mondadori, 2012.
28 Maggio
Il 28 maggio 1839 nacque lo scrittore Luigi Capuana: «attento mediatore del naturalismo europeo» (G. Ferroni), teorico del verismo, il «maestro» di Luigi Pirandello.
A diciotto anni Capuana entrò, per volere della sua famiglia, nella facoltà di Giurisprudenza del Siculorum Gymnasium di Catania. Durante gli anni dell’Università, più che agli studi giuridici che poco lo interessavano, continuò a dedicarsi allo studio degli scrittori classici e in particolare di Dante, Virgilio e Ariosto.
30 Maggio
Il 30 maggio 1875 nacque Giovanni Gentile.
Filosofo di «incomparabile perfezione tecnica» (Contini) nutre interessi letterari.
Del filosofo Gentile ricordiamo le «Letture» tenute alla Casa di Dante di Roma, rispettivamente il 17 febbraio 1918 (La Profezia di Dante) e il 19 marzo 1939 (Il canto di Sordello) e una conferenza al Circolo filologico di Milano del gennaio 1921 dal titolo La filosofia di Dante.
31 Maggio
Il 31 maggio, a conclusione del mese mariano, si ricorda la visita che Maria fece alla cugina Elisabetta, dopo aver ricevuto l’annuncio dall’angelo Gabriele, raggiungendo Ain-Karim (foto), in Giudea, dove abitava la famiglia di Zaccaria.
La devozione alla Vergine da parte di Dante risplende in un passo del canto XXIII del Paradiso (vv. 88-89):«Il nome del bel fiore ch’io sempre invoco, / e mane e sera […]».
L’angel che venne in terra col decreto
de la molt’anni lagrimata pace,
ch’aperse il ciel del suo lungo divieto,
dinanzi a noi pareva sì verace
quivi intagliato in un atto soave,
che non sembiava imagine che tace.
Giurato si saria ch’el dicesse ‘Ave!‘;
perché iv’era imaginata quella
ch’ad aprir l’alto amor volse la chiave;
e avea in atto impressa esta favella
‘Ecce ancilla Dei’, propriamente
come figura in cera si suggella.
Purgatorio, X, 34-45