25 marzo 2020, primo DANTEDI’
Cari Soci e Amici della Dante,
trasmetto in allegato il comunicato della Società Dante Alighieri a livello centrale per celebrare e festeggiare uniti all’Italia e al Mondo il Dantedì, la Giornata dedicata stabilmente il 25 marzo di ogni anno al nostro Sommo Poeta Dante Alighieri.
Mercoledì ad ore 18.00, virtualmente tutti presenti, declameremo coralmente le terzine del Canto di Paolo e Francesca, alle quali aggiungerei gli ultimi versi dell’Inferno: “e quindi uscimmo a riveder le stelle” quale forte auspicio culturale e tanta speranza per superare rapidamente l’attuale pandemia.
Allego pure gli articoli inviati alla stampa locale.
Cordialmente.
Giulio Clamer con il Direttivo della Dante di Bolzano
Dante-dì finalmente, ma perché il 25 marzo?
Ne parla la Dante bolzanina con Aldo Onorati
Come Società Dante Alighieri-Comitato di Bolzano abbiamo il piacere di inaugurare la prima edizione del Dante-Dì, e cioè la dedica ormai definitiva, approvata dal Governo italiano, di una giornata in omaggio al Sommo Poeta, “Padre della lingua italiana”, come si usa dire. La proposta di istituire una giornata fissa all’anno da dedicare a Dante era venuta di recente in particolare dalla Società Dante Alighieri con il suo presidente Andrea Riccardi e dal giornalista Ferruccio De Bortoli, ora vicepresidente nazionale della Dante.
Per parlare della giornata e delle discussioni sulla scelta della data stessa, prendiamo in prestito le parole di un grande dantista, Aldo Onorati. Onorati, spesso nostro relatore a Bolzano, professore, giornalista, scrittore e poeta, uno dei massimi conoscitori di Dante a livello internazionale, ci scrive:
«Da un po’ si parla di dedicare un giorno dell’anno a Dante, come si fa coi santi della religione cattolica. Il genio dell’Alighieri non ha bisogno di tale ricorrenza, poiché ogni giorno è suo per chi lo ama e lo studia seriamente; tuttavia l’iniziativa è lodevole dal momento che forse è proprio l’Italia, patria del Poeta, ad avere meno dimestichezza col genio a suo tempo mandato in esilio da Firenze, sua città Natale (una nostra particolarità
che si ripete da secoli quella di far espatriare i migliori cervelli: basterebbero solo pochi esempi, da Cristoforo Colombo a Guglielmo Marconi, da Enrico Caruso a Pontecorvo a Fermi etc.). Alcuni dantisti hanno proposto un “dì” per festeggiarlo. Lo hanno fatto sulla base di alcune date probabili, e, alla fine, dopo vari sforzi, hanno scelto il giorno e il mese
d’inizio del viaggio profetico (l’entrata nella selva oscura n.d.r): 25 marzo.»
«La collocazione dell’inizio del viaggio profetico è stata sempre motivo di dibattito, perché – e lo hanno ammesso pure coloro i quali hanno vinto nell’imporre questa data – nessuno è sicuro né del giorno, né del mese, né dell’anno.»
Addirittura, discussioni ci furono sull’anno: 1301 o 1300, l’una con riferimento alle citazioni astrali, l’altra storicistica che fa riferimento all’anno giubilare.
«Si erano cercate altre date: quella di nascita e quella di morte, ma entrambe sono incerte.
Da quanto Dante scrive riferendosi al segno zodiacale sotto il quale vide la luce, dovrebbe essere tra il 14 maggio e il 13 giugno (la costellazione dei Gemelli) del 1265. Alcuni propendono per la fine di maggio, ma non sappiamo altro. In quanto alla morte, il Villani afferma essere avvenuta il luglio del 1321, ma Boccaccio, molto più preciso, data il 14.»
Ma una data sicura c’è e Onorati l’aveva proposta, una data diversa da quelle tradizionali di nascita o morte, la data dell’iniziazione di Dante alla Cristianità. È la data del battesimo, il 26 marzo 1266, Sabato Santo.
«Ci si chiederà: come mai tanto tempo dopo la nascita? Perché era uso a Firenze, in quei secoli, di recare al fonte battesimale, in pubblica cerimonia, i bambini nati entro l’ultimo anno. Ripeto: unica data sicura! E di quale grande importanza per il cristianissimo Dante!
Nel XXV canto del Paradiso, nell’anelito a tornare in Firenze onorato come poeta, si augura di prendere il “cappello” (cioè l’incoronazione d’alloro) nel suo “bel san Giovanni”, dove era stato fatto cristiano… L’entrata nella religione cattolica è fondamentale per Dante: il “Poema Sacro” nasce da lì, dal momento della sua appartenenza a Cristo. Non è solo una cerimonia apparente: per l’Alighieri è il pilastro della sua Fede. Io, personalmente, avrei messo questa data: 26 marzo, momento determinante per la spiritualità d’un grande cristiano, il quale – scrivendo un Quinto Evangelio – è scelto da Dio per un viaggio escatologico provvidenziale, come un nuovo Evangelista, sulla base delle previsioni di Gioachino da Fiore il quale aveva profetizzato l’inizio dell’Età dello Spirito con la morte dell’Anticristo (identificato con Federico II, che morì nel 1250). Dante, nato di lì a poco, si
sentì investito dell’alto compito di rivelare al mondo le punizioni e i premi dell’al di là, egli terzo uomo ammesso a tale viaggio, dopo Enea e San Paolo.»
In ogni caso il Dante-dì è stato finalmente fissato convenzionalmente al 25 marzo e il percorso complesso seguito dagli studiosi per arrivarci è stata ed è un’occasione in più per riscoprire e approfondire la conoscenza dell’uomo, del “profeta” cristiano e del padre della lingua e della letteratura italiana, ambasciatore di italianità in tutto il mondo, per il tramite della gloriosa Società che porta il suo nome, la Società Dante Alighieri, con le sue
500 sedi sparse in ogni angolo del pianeta, ma anche per il tramite di moltissime altre istituzioni pubbliche e private che in tutto il mondo nel 2021 celebreranno solennemente l’anniversario dei 700 anni dalla morte del Sommo poeta.